lunedì 24 novembre 2008

Tips&tricks: il grassetto e le formule LaTeX



Qualcuno mi ha chiesto se è possibile (e in che modo) applicare, in LaTeX, il grassetto alle lettere greche (e, più in generale, ai simboli matematici). La domanda nasce dalla constatazione di fatto che, almeno in linea di principio, non è dato utilizzare, a questo scopo, i comuni marcatori \mathbf e \boldmath del plain TeX. A meno di non adottare degli stratagemmi fantasiosi, che combinano, ad esempio, testo e formule per mezzo del tag \mbox. Tanto più che questa soluzione viene a creare nuovi problemi cogli indici e coi pedici, per cui il guadagno effettivo si potrebbe dire, giustamente, discutibile.
La via più semplice (ed elegante) comporta, invece, l'uso del pacchetto bm.sty (in cui è definito l'extra-tag \bm), incluso nel preambolo del documento (secondo consuetudine) attraverso la direttiva \usepackage{bm}. Provare per credere, l'espressione LaTeX $\bm{\alpha}$ dovrebbe produrre un'alfa in grassetto. Naturalmente, è necessario che il pacchetto bm.sty sia presente nella distribuzione MikTeX installata sul vostro pc. Diversamente sarà dura che funzioni.

martedì 18 novembre 2008

Ogni tanto..



..bisogna pur ridere!!

Mucca si, mucca no, mucca forse...

LEZIONE DI POLITICA ECONOMICA
TITOLO : Hai due mucche

SOCIALISMO:Hai 2 mucche.
Il tuo vicino ti aiuta ad occupartene e tu dividi il latte con lui.

COMUNISMO:Hai 2 mucche.
Il governo te le prende (i TUOI "compagni ") e ti fornisce (a sua
discrezione) il necessario per vivere.

FASCISMO:Hai 2 mucche
Il governo te le prende e ti vende il latte.

NAZISMO:Hai 2 mucche.
Il governo prende la vacca bianca ed uccide quella nera.

DITTATURA:Hai 2 mucche.
La polizia te le confisca e ti fucila.

FEUDALESIMO:Hai 2 mucche.
Il feudatario prende metà del latte e si tromba la tua morosa.

DEMOCRAZIA:Hai 2 mucche.
Si vota per decidere a chi spetta il latte.

DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA:Hai 2 mucche.
Si vota per chi eleggerà la persona che deciderà a chi spetta il latte..

ANARCHIA:Hai 2 mucche.
Lasci che si organizzino in autogestione.

CAPITALISMO:Hai 2 mucche
Ne vendi una per comprare un toro ed avere dei vitelli con cui iniziare un allevamento.

CAPITALISMO SELVAGGIO:Hai 2 mucche.
Fai macellare la prima ed obblighi la seconda a produrre tanto latte come 4 mucche.
Alla fine licenzi l'operaio che se ne occupava accusandolo di aver lasciato morire la vacca di sfinimento.

BERLUSCONISMO:Hai 2 mucche.
Ne vendi 3 alla tua Società quotata in borsa, utilizzando lettere di credito aperte da tuo fratello sulla tua banca. Poi fai uno scambio delle lettere di credito, con una partecipazione in una Società soggetta ad offerta pubblica e nell'operazione guadagni 4 mucche beneficiando anche di un abbattimento fiscale per il possesso di 5 mucche. I diritti sulla produzione del latte di 6 mucche vengono trasferiti da un intermediario panamense sul conto di una Società con sede alle Isole Cayman, posseduta clandestinamente da un azionista che rivende alla tua Società i diritti sulla produzione del latte di 7 mucche.
Nei libri contabili di questa Società figurano 8 ruminanti con l'opzione d'acquisto per un ulteriore animale. Nel frattempo hai abbattuto le 2 mucche perchè sporcano e puzzano. Quando stanno per beccarti, diventi Presidente del Consiglio.

PRODISMO:Hai 2 mucche.
Tu le mantieni, il governo si prende il latte e ti mette una tassa su:
Metri cubi della stalla
Inclinazione del tetto della stalla
ICI
Lunghezza della mangiatoia (da collaudare ogni semestre)
Bollino blu sulla stalla (con cadenza mensile)
Revisione bimestrale delle mucche
Registrazione delle mucche con atto notarile
Registrazione delle mucche a pubblico registro
Obbligo di un capo mucca responsabile per la 626
Obbligo di un capo mucca responsabile per i vigili del fuoco
Bollo da calcolare in base al peso della mucca (5,258 euro al Kg se la lunghezza del pelo rispetta l'euro 5)
IVA sull'acquisto di acqua e fieno per la mucca
Tassa sulla compravendita della mucca + IVA
Tassa sulla donazione della mucca + IVA
Canone RAI (obbligatorio) + IVA
Canone Telecom (obbligatorio) + IVA
Tassa sulla morte della mucca
Tessera sindacale per il sindacato delle mucche (14,37 euro al mese + tredicesima!!)
Fondo pensionistico da versare all'INPS, per il sindacalista delle mucche IVA sul latte !!!
IVA sulla mucca
Marca da bollo annuale di 24,25 euro ** per ogni zampa della mucca *A TE rimane lo sterco !!
Nel frattempo è in approvazione un Disegno Di Legge sulla tassazione dei rifiuti organici animali.

Report ed inchiesta sul pescespada



Per chi non l'avesse vista, ecco l'ultima puntata di Report (Raitre) che analizza il problema della pesca dei pescespada praticata illegalmente con le spadare, reti a maglie larghe lunghe decine di chilometri che ovviamente, oltre a catturare i pescispada, intrappolano e uccidono migliaia di esemplari tra delfini, cetacei vari, tartarughe marine, ecc..

Link al video

Ps. Evito di inserire il video direttamente sul blog per non rallentarlo eccessivamente.

lunedì 17 novembre 2008

Mallone for President!


Altroché Barack Obama...

Ce l'abbiamo solo noi il vero, unico e insostituibile presidente.
Volete sapere chi è? Ma ovviamente Antonello Mallone!

Questa premessa è solo per lo straripante desiderio di riassumere, in poche parole, la sua intervista rilasciata a TeleReggio per promuovere l'ICT Day, che si terrà il 19 p.v.
Ha esordito dicendo che, grazie a questa giornata, noi altri ingegneri (io quasi ingegnere) avremo modo di realizzarci nel mondo del lavoro, che già molti studenti usciti dall'università Mediterranea lavorano per queste grandi aziende, ecc... Peccato faccia finta di ignorare che le aziende di cui parla non si prefiggono lo scopo caritevole di offrire lavoro ai neolaureati (se ingegneri o cos'altro, poco importa), ma di sfruttare gli ingenui smaliziati che, armati di tanto entusiasmo giovanile, si avventurano nell'impresa impossibile di costruirsi un futuro. Il fatto più scandaloso, tuttavia, non è quello appena citato, ma la modesta presunzione che il Mallone ostanta affermando che i professori sono contenti del suo operato e che lo appoggiano in tutto e per tutto. Allora le cose sono due: o lui è uscito fuori di senno, perché la gloria gli ha obnubilato del tutto i pensieri, oppure i professori non sanno con chi hanno a che trattare - e quindi c'è qualcosa che non va. A mio avviso ci sono problemi ben più importanti da affrontare in questo momento dentro e fuori dall'università, anziché apparire in televisione solo per l'immagine. Tutto questo l'ho scritto perché serva a capire chi è la gente che dovrebbe rappresentare noi studenti...

Grazie Antonello Mallone!!!

P.S.: prossimamente vedremo la sua intervista sulle reti Mediaset e fra qualche tempo siederà alla destra di nostro signore Silvio Berlusconi. La campagna elettorale è ufficialmente aperta, quindi per un futuro migliore Vota Antonello Mallone - ovviamente non prendetemi sul serio.

domenica 16 novembre 2008

Senti chi parla


Il Giornale è nato nel 1974 da un'idea editoriale di Indro Montanelli. Giornalista discusso, giornalista discutibile, giornalista onesto. Oggi, nell'anno duemilaotto dell'era volgare, il quotidiano milanese è passato di mano a Mario Giordano. Che, nei giorni scorsi, ha partorito la brillante idea di scrivere una lettera aperta indirizzata - si pretende - all'Italia che ci crede. Per gradire, ne riporto, qui di seguito, il testo originale per intero.

Io ci credo. Ci credo perché sono qui anche oggi per cercare di fare un "Giornale" migliore. Io ci credo perché ogni mattina mi alzo con l'impegno di mettercela tutta e alla sera mi addormento sereno solo se non mi sono risparmiato. Io ci credo perché credo nell'etica del lavoro, nella positività della fatica, nei risultati che nascono non dal caso ma dalla volontà. Io ci credo perché cerco di non arrendermi anche quando tutto sembra girare storto. Persino quando il Torino è ultimo in classifica.

Io credo in questo Paese. Oltre tutto, nonostante tutto. Io credo che negli angoli periferici, nelle pieghe sperdute, dentro le stanze dimenticate si nascondano risorse infinite. Io credo che gli italiani siano migliori di quel che credono, e anche di quel che vogliono far credere. Io ci credo perché l'Italia non è solo quella che siamo abituati a vedere in Tv. Io ci credo perché l'altro giorno un lettore mi ha scritto che sua figlia ha perso la borsa al mercatino dell'antiquariato e gliel'hanno riconsegnata senza sottrarre nemmeno un euro e senza volere una ricompensa. Io ci credo perché i maleducati non sono più numerosi. Sono solo più rumorosi.

Io ci credo perché ti sto scrivendo questa lettera. E credo che se tu andrai in edicola a comprare il “Giornale” troverai molti motivi per essere d'accordo con noi. Magari per arrabbiarti, magari per indignarti, forse per dissentire. Ma sicuramente per crederci un po' di più.

A te, che fai parte della community de ilGiornale.it, chiedo collaborazione per aiutarci a raccogliere tutti i messaggi di chi come me crede nel nostro Paese e a diffondere segnali di fiducia, segnali di speranza.

Manda la tua testimonianza su www.italiachecicrede.it e dicci perché secondo te si può ancora credere. Fallo sapere anche ai tuoi amici perché vogliamo riempire l’Italia di segnali positivi e dimostrare che non c'è spazio solo per le contestazioni e i no. Chi crede davvero nell'Italia avrà così la possibilità di far sentire la sua voce.

Io ci credo. E tu?

Da una lettura anche superficiale, viene spontaneo domandarsi se Giordano non sia stato investito ufficialmente da re Silvio I d'Arcore dell'incarico di svolgere un censimento peer to peer dei consensi (in vertiginoso calo) del governo. Vuoi vedere che oramai neppure sua maestà ci crede più alle balle strepitose a sproposito della sua imbarazzante popolarità, replicate senza posa sui giornali e le tv da una nutrita scorta di buffoni, baldracche, nani, cortigiane e fenomeni da baraccone persino più bizzarri di Belpietro? Insomma, sia come sia, ho sentito il dovere civico di rispondergli. In quanto italiano - evidentemente maleducato e rumoroso - che, al contrario di zio paperino, ci crede per davvero. Crede, cioè, nella possibilità - ancora attuale - di salvare un Paese in rovina e di restituire lo Stato in mano al suo vero proprietario: il popolo. Quindi di mandare a casa, dopo un'iperbole di mille anni, il parlamento marcilento dei cialtroni - di destra e di sinistra, senza significative distinzioni. Nonché di vedere la Berlusca e la sua cricca di mafiosi, di briganti e di massoni finalmente processati - e fuori, comunque, dalle stanze dei bottoni. Ma non perché a noi altri italiani - maleducati e rumorosi - ci stiano antipatici, o perché siamo comunisti. Semmai perché la giustizia torni ad avere il suo naturale corso, dopo troppi lustri di repressione della legalità perpetrata da quest'orgia di assassini. Ed anche perché in assenza di una giustizia certa la democrazia, di certo, non possiede uno spazio di manovra. Il modo pare chiaro: attraverso una presa di coscienza generale, che presuppone, per esempio, la chiusura di una fabbrica di menzogne e di veleni come Il Giornale dell'arcivescovo Giordano.
Caro direttore,

la verità sincera è che ci credo anch'io. A modo mio, però, se non le spiace. Ed è appena un po' diverso che crederci nei termini in cui ci crede lei. Ammesso e non concesso che il suo credo sia sincero. Ed io, sinceramente, non lo credo. E come potrei crederlo, d'altronde? Guardi, mi tento nella logica. Benché non dia esattamente l'impressione di sapere cosa sia (quantomeno a giudicare dai suoi ragionamenti estranei alla coerenza), provi un po' a seguirmi - se le pare.

Il giornale di cui ella è direttore non è più da molto tempo Il Giornale di Indro Montanelli. Anzi non lo ricorda neppure vagamente. Può darsi sia perché le manca le physique du rôle. Può darsi sia per via della connatura inclinazione al servilismo tipico di alcune scuole di pensiero. Con precisione, in realtà, non saprei dirlo: la verità non si conosce. D'altronde, il suo giornale non è mica suo davvero: è solo un'altra proprietà della famiglia Berlusconi. A conti fatti, perciò, lei non è né più né meno che un dipendente dell'attuale primo ministro. Oh, pardon! Di suo fratello. Seppure non faccia alcuna sostanziale differenza. Tanto che qualche malpensante vi ravvisa un insulso, impercettibile, microscopico conflitto di interessi. Che si direbbe pregiudicare, tuttavia, per quanto minimo, ogni possibilità di raccontare un'onesta verità, piuttosto che stuprarla, distorcerla, filtrarla, edulcorandola con un falso ottimismo e ricamandole intorno come trine sermoni ipocriti informati a una moralità bigotta, che non l'ha ritenuta, d'altro canto, nel lungo corso della sua folgorante carriera giornalistica, dalla direzione di Lucignolo e di un telegiornale pornografico - abbandonato fra le lacrime - sulle reti Mediaset del suo padrone. Oh, le chiedo scusa ancora! Intendevo dire, del primogenito del suo padrone.

Pertanto, quando mi chiede se ci credo, la mia risposta è che ci credo, sì. Lo capisce? Credo con ferma speranza che la gente becera della sua schiatta, un giorno o l'altro, finalmente, si leverà di torno dai coglioni.

Sincerely,
Salvatore Tringàli

P.S.: Marx io non l'ho mai letto, e ho idea lo troverei molto noioso. Siccome in foto ha l'aria di una scimmia intelligente, confido comprenderà che cosa intendo.