Immaginate di sopravvivere all'incidente. Avete solo un'anca rotta; fratture al carpo, al metacarpo, alle falangi; lesioni irreversibili alla colonna vertebrale; sette costole incrinate; il cranio sfondato e un numero non meglio precisato di cateteri, che vi drenano un fetore liquido da tutto il corpo. I medici e i parenti stretti attorno al vostro letto di ricovero vi ripetono come siete fortunati. Voi vorreste rispondergli di andarsene a fanculo, ma in qualche modo - un istante prima dell'impatto - i vostri denti si sono serrati sulla lingua. Quando è arrivata l'ambulanza, l'hanno trovata srotolata sull'asfalto. «Somigliava ad una cotoletta esangue», vi hanno detto. Saperlo vi ha fatto assai piacere. I denti, almeno, li avete ingoiati. Tutti. Inclusi i molari. Dopo che li avrete cacati, assicurano che ve li rimetteranno a posto con il mastice e il vostro sorriso tornerà splendente come nuovo. Immaginate di crederci.
Immaginate, quindi, di essere degli inguaribili ottimisti - anche un po' scemi. Per qualcuno non sarà troppo difficile. «In fondo,» vi dite «non tutto il mal viene per nuocere»: l'assicurazione vi coprirà di soldi e, se non altro, piangerete con un occhio solo - di fatto, l'unico che vi sia rimasto in orbita. E immaginate che ad un tratto, nella stanza, a rendervi una visita, arrivino niente meno che la Berlusca e la Brunetta con due fasci di tornelli. Vengono a portarvi la buona novella: l'autobus che vi ha ridotti in fin di vita è di proprietà di una società di autolinee in fallimento.
Immaginate di sentirvi beffati, però datevi animo: shit happens. D'altronde, il danno era già quasi evidente. Vi hanno imbrogliato, non c'è altra spiegazione. Siete incazzati neri. Soltanto che nessuno se ne accorge. Forse perché la vostra pelle è rivestita di pustole e di echimosi dalla punta della testa fino ai piedi. Una suora vi sorride dalla porta. Le ricambiate il garbo, augurandole di cadere dalle scale. La mala sorte vi perseguita. Voi, però, vi riscoprite positivi e benedetti dal Signore. Tanto da meditare il progetto di un suicidio. Poiché, però, non vi riesce di levare neanche un dito, rinunciate dopo il primo tentativo e soffocate dolore e dispiaceri negli aromi alcolici delle vostre lumere invereconde.
Immaginate, infine, il miracolo. La tv si accende sulla terza rete Rai. C'è in onda Report. La Gabanelli ne ha scoperchiata un'altra. Temendo che ce l'abbia su con loro, la Berlusca e la Brunetta si dileguano. I suoni vi arrivano annacquati - dev'essere per via della morfina che vi circola nel sangue. Ciò nonostante, riuscite ad isolare una sequenza di parole: fondo di garanzia per le vittime della strada. Il vento ha cambiato direzione. Forse avete ancora una carta da giocare. Forse ...
Il fondo di garanzia per le vittime della strada (nel seguito, FGV) è stato istituito con la legge n. 990 del 1969 ed è gestito, oggi, dalla Consap S.p.A., sotto il controllo del ministero delle Attività produttive, con la collaborazione di un comitato, presieduto dal presidente della società e composto da rappresentanti del ministero dell'Economia, della Consap, delle imprese di assicurazione e - oltreché dello stesso ministero delle Attività produttive. Qualcun altro no? Ai sensi dell'art. 283 del decreto n. 209 del 7 settembre 2005, intregato e modificato dal decreto n.198 del 6 novembre 2007, il fondo provvede al risarcimento dei sinistri scoperti
- causati da veicoli o natanti (ndr: imbarcazioni da diporto, moto d'acqua, sommergibili, torpediniere, portaerei, ...) non identificati (ndr: per es., vi investono la macchina al parcheggio, ma non avete idea di chi sia stato o di come sia successo), per danni alla persona o alle cose (con una franchigia di 500,00 euro nel secondo caso), ma solo a fronte del riscontro di danni gravi riportati dalla persona (ndr: in pratica, se un'elica non vi trancia di netto una gamba o un avambraccio, allora è inutile che presentiate la domanda);
- causati da veicoli o natanti non assicurati, per danni alla persona o alle cose (questi ultimi, in particolare, vi verranno risarciti integralmente);
- causati da veicoli o natanti assicurati con imprese poste in liquidazione coatta amministrativa, sia per i danni alla persona che per i danni alle cose;
- causati da veicoli posti in circolazione contro la volontà del proprietario (per esempio, perché rubati);
- causati da veicoli spediti in territorio italiano da un altro stato dello spazio economico europeo (che include tutti i paesi membri dell'Unione Europea, oltreché l'Islanda, la Norvegia e il principato del Lichtenstein) e avvenuti nel periodo che intercorre fra la data di accettazione della consegna del veicolo e lo scadenza del termine di 30 giorni (v. art. 283, comma 1, lettera d-bis del decreto n.198 del 6 novembre 2007), per danni la persona o le cose;
- causati da veicoli esteri con targa non corrispondente o non più corrispondente allo stesso veicolo (art. 283, comma 1, lettera d-ter del decreto n.198 del 6 novembre 2007), per danni contro la persona o le cose.
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