Presentazione. Come Presidente del Corso di Laurea in
Ingegneria dell'informazione confermo, a valle di quanto già detto dal Rettore, che la combinazione dei
requisiti necessari richiesti dall'ordinamento 270 (ndr: il
decreto 22 ottobre 2004, n. 270 del ministero dell'università e della ricerca) e la restrizione di risorse (ndr: conseguente alla
legge 6 agosto 2008, n. 133) creeranno considerevoli problemi ad alcuni CdL. Come tantissimi nell'Università, non sono certo un barone né un figlio di baroni, ma di insegnanti elementari, che hanno potuto accedere all'Università solo grazie al '68. In un certo senso, infatti, il mio intervento è un obbligo di riconoscenza verso quanti, con l'impegno sociale e l'esempio in prima persona, si hanno testimoniato l'importanza di una libera formazione superiore e la possibilità di accedervi senza vincoli di provenienza.
Aspetti nazionali. Non c'è dubbio che, per i motivi già riportati da chi mi ha preceduto, bisogna fare la propria parte, assieme agli altri Atenei, per
combattere i tagli previsti, la legge sul
turn-over e la ventilata trasformazione delle Università pubbliche in fondazioni di diritto privato. Quest'ultimo aspetto della norma, in particolare, prevede un tipo di fondazione diversa da quella discussa in Ateneo anni orsono, e non è condivisibile, per come è concepita: andrebbe a rimpiazzare l'Università pubblica
tout court, anziché occuparsi di aspetti parziali.
Aspetti locali. Il nostro impegno e la nostra protesta verso il governo nazionale non deve farci dimenticare gli aspetti e le eventuali responsabilità locali, sulle quali potremmo, peraltro, avere una capacità di incidenza maggiore. Da questo punto di vista, a valle degli incontri sulla programmazione strategica in Ateneo, è senz'altro il caso di dare seguito a forme di razionalizzazione e di valorizzazione del merito. C'è, infatti, un aspetto assai rilevante, che fin qui mi sembra sia stato ampiamente trascurato: ammesso, infatti, che l'Università sia importante per il territorio - e lo è senz'altro nel nostro caso -, anche gli Enti locali devono fare la loro parte. La concessione di contributi consolidati agli Atenei da parte di questi ultimi potrebbe rendere possibile l'assunzione di Ricercatori senza sforare i limiti di legge, e contrastando così il depauperamento di risorse e di intelligenze che si profila all'orizzonte. Seppure questi fondi fossero per un tempo limitato, ci sarebbe comunque la possibilità di assumere ricercatori a tempo determinato, che contribuirebbero al soddisfacimento dei requisiti necessari secondo il nuovo ordinamento 270. Per cui è tempo che i contributi degli enti locali, da occasionali e
sparsi (erogati, talvolta, sull'onda di esigenze temporanee di spesa), diventino consolidati, cioè elemento di stabile rafforzamento dell'istruzione superiore e della ricerca nell'ambito del territorio locale.